Spugna camminava davanti alla porta della cabina di Capitan Uncino. Erano passate settimane ormai. Il capitano aveva gridato ordini occasionali, che li portavano sempre più in profondità nel Mare di Azzurrite, ma aveva proibito all'equipaggio di affrontare altre navi, specialmente quelle capitanate dagli Illuminatori.
Nessuna pirateria. Nessun saccheggio. Non potevano nemmeno sparare una sola palla di cannone, perché avrebbe sicuramente rovinato la sua concentrazione. Spugna aveva cercato di convincerlo a uscire, ma il capitano si era rifiutato di uscire finché non avesse scoperto il segreto della mappa.
Anche al di sopra delle onde che si infrangevano intorno a loro, l'equipaggio ansioso sentiva i segni del capitano al lavoro: tonfi di oggetti lanciati, soffi di frustrazione e minacce irripetibili. Ma non un singolo tintinnio dalla fata prigioniera.
La ciurma di glimmers diventava di giorno in giorno più irrequieta e ben presto cominciò a fare pressioni su Spugna affinché sollevasse il capitano dai suoi compiti. Questa non era una vita da pirati! Bisognava fare qualcosa, e qualcosa di drastico, per poter riempire il buco a forma di pirata nei loro cuori marinari.
E così, quando una notte Capitan Uncino si era finalmente addormentato, Spugna scivolò silenziosamente attraverso la sua porta, strisciò nella stanza e lentamente... lentamente sollevò il cappello del capitano dalla cima della lanterna. Trilli sedeva tranquillamente all'interno, con le ginocchia appoggiate al mento e impegnata in una gara di sguardi con i batuffoli bianchi delle sue scarpe.
La fata alzò lo sguardo e sembrò quasi annoiata quando vide il signor Spugna. Questi si portò un dito alle labbra, aprì la porta della lanterna e le fece cenno di uscire. Lei si alzò, si stiracchiò pigramente e improvvisamente volò fuori dalla lanterna con un sorriso malizioso. Si diresse verso la scrivania di Capitan Uncino e poi attraversò la porta aperta, lasciando una scia di polvere magica sulle sue cose.
Il primo ufficiale diede un'occhiata al glimmer di Capitan Uncino, che stava russando rumorosamente, con i baffi che si alzavano e si abbassavano a ogni respiro. Spugna rimise il cappello del capitano al suo posto sulla lanterna, poi si avvicinò in punta di piedi alla porta, diede un'ultima occhiata alla stanza e tirò un sospiro di sollievo. Con la "fuga" di Trilli, era sicuro che Capitan Uncino sarebbe tornato a fare il capitano e il resto della ciurma di pirati avrebbe potuto finalmente tornare a fare quello che sapeva fare meglio.